In consulenza, verifico sempre quale sia la posizione dell’utero della donna che si rivolge a me. E’ un’informazione che viene spesso scritta nei referti ecografici (utero retroverso, anteverso, flesso, lateralizzato, etc.), eppure raramente le è data la giusta importanza.

massageGuardo attentamente questo dato e lo metto in relazione con i disturbi che presenta la donna: dolori mestruali o all’ovulazione, problematiche ormonali o ovariche, difficoltà in ricerca di gravidanza e/o aborti spontanei… I sintomi che osservo di più sono gli spotting prima o dopo le mestruazioni, l’andare in bagno quando arriva la mestruazione, se i dolori sono lateralizzati, il dolore durante i rapporti o i disturbi post-coitali…

Se la donna vive nella piena salute e benessere, non credo che debba preoccuparsi della posizione del suo utero, ma se invece presenta qualche dolore o disturbo, potrebbe essere utile sostenere questo utero e la sua posizione per aiutare a riequilibrare la zona e tutti gli organi vicini: ovaie, intestino, vescica, vagina. Secondo i maya, anche a livello psico-emotivo e spirituale, la donna potrà avere difficoltà ad essere centrata se il suo utero non lo è.

Questa conoscenza mi è stata trasmessa da Rosita Arvigo e i suoi insegnanti maya: il curandero Don Elijio Panti e diverse partere (ostetriche tradizionali latino-americane), ma era presente i tanti popoli nel mondo. arvigo8 Alcune donne d’origine africana o asiatica mi hanno contattato per ricevere dei trattamenti, spiegandomi che i gesti sono molto simili a quelli che venivano praticati tradizionalmente nei loro Paesi. Si tratta di un’eredità dell’umanità e di come prenderci cura del nostro grembo, che per fortuna non è andata persa!

Per tornare all’utero e alla sua posizione: come si fa concretamente? Alcuni gesti manuali, e massaggi, vengono insegnati alla donna stessa, sul basso addome, l’addome alto, e dietro nella zona sacrale. Altre modalità di sostegno possono essere fatte a casa, come gli impacchi di olio di ricino (spiegati nella Guida dell’Utero felice) e i vapori vaginali (qui trovi maggiori info su come apprenderli e praticarli).

Esistono anche altre tecniche di aiuto che raccomando spesso, in particolare l’osteopatia e lo yoga.

Liberando piano piano le restrizioni intorno all’utero, questo ritrova una sua fisiologica mobilità: nella mia esperienza, quando la donna presenta dei disturbi “semplici” come i dolori mestruali, questi spesso scompaiono durante i primi mesi di sostegno, mentre per altre problematiche più “complesse” il lavoro di sostegno può durare anche 1 o 2 anni.

Questa conoscenza è stata cosi preziosa nella mia vita e nel mio lavoro, che invito le operatrici e gli operatori che si sentono chiamati ad approfondire, a formarsi. I corsi vengono organizzati dall’ostetrica Lisa Forasacco di Mamaninfea.

Augurandovi un utero felice,
Cecilia

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