IMG_1596eQuello della sessualità durante e dopo la gravidanza spesso è un tabù, un argomento che, pur sollevando notevoli interrogativi e suscitando molta curiosità, mi sembra venga spesso riposto in un angolo, come se non fosse importante o generasse timori legati al suo essere “fuori luogo”.

Nell’ immaginario collettivo, che ha origine nelle antiche radici cristiane, una volta entrate nella dimensione di madre, le donne corrono quasi tutte il rischio di identificarsi con un’idea di madre ‘madonna’ che, fortemente idealizzata, le porta solo con estrema fatica ad accedere ai propri desideri, a fantasie dirette verso altro che non sia il proprio figlio. Il forte peso che ha l’aspettativa sociale di madre perfetta influenza moltissimo le scelte della donna che si ritrova così a rinunciare, ad esempio, al naturale bisogno di ripresa dei propri spazi.

Le madri si trasformano magicamente nelle madri di tutti: come è difficile abbandonarsi all’ idea che lei, proprio lei, ‘mia madre’ possa fare l’amore!

Tutto questo credo sia alla base della successiva difficile operazione di integrazione, per la futura e neo mamma (ma anche per il papà), dei due ruoli che la nuova donna si accinge a incarnare: quello cioè di madre amorevole e rassicurante e quello di donna sessualmente desiderabile, capace di abbandonarsi ai propri sensi.

Ogni donna e ogni coppia vivrà la ripresa della propria sessualità dopo il parto in modo assolutamente personale, soggettivo. Quali fattori potrebbero incidere nella più o meno naturale ripresa nella coppia del modo proprio e unico di fare l’amore, di abbracciarsi, di stringersi, di desiderarsi?

Andiamo con ordine: che tipo di parto avete vissuto? Ci sono state delle suture? Delle aderenze? Avete avuto un cesareo? Come vi vedete quando vi guardate allo specchio? Quale corpo avete davanti rispetto ai nove mesi precedenti?

Quante variabili importanti per riprendere in mano anche solo un desiderio, quello di dare piacere a un corpo che per diversi aspetti ha subito uno shock, quello della gravidanza e del parto.

Le prime settimane dopo il parto sarete senz’ altro concentrate sul bambino, sull’ allattamento, sul decifrare e comprendere il linguaggio dei suoni di vostro figlio. E questa fase dura almeno 40 giorni, per alcune anche molto di più. Trascorse queste prime difficili e importanti settimane, quando anche voi potrete cominciare ad affacciarvi da sole ad un bagno per una rigenerante doccia, quando comincerete a capire quali ritmi dovrete alternare con il vostro/vostra compagna per qualche ora di sonno, bene! Potrebbe essere questo il momento perché vi ritorni alla mente, anche solo per pochi istanti che siete una donna.

Non siete solo un “distributore di latte”: il vostro seno seppur trasformato, ingrossato, dolorante, che magari prima era toccato come oggetto di desiderio o provocava nel partner o in voi reazioni di piacere, ora non viene percepito come erotico. Ma non c’è solo il seno. Siete tanto altro! Ecco che è davvero importante offrirsi la possibilità di porre lo sguardo, ad esempio, su altre parti del vostro corpo, forse prima ignorate o non erotizzate.

Quanto in questo momento quindi è importante che il vostro/a compagno/a sia lì, capace di ricordarvelo con amore e delicatezza, nel rispetto di preoccupazioni per un corpo che in certi momenti potreste non riconoscere più. Sarete sopraffatte dalla stanchezza ma la sessualità può riprendere a piccole dosi, con il riappropriarsi di emozioni e sensazioni che danno piacere. Un corpo che è cambiato certamente, ma non vuol dire che sia perduto. Anzi. Ritengo che dopo ciascuna gravidanza, non necessariamente la prima, ci sia per ogni donna la possibilità di accedere ad un nuovo livello di consapevolezza del proprio corpo. Un corpo che, entrato in una nuova fase di vita, quella in cui si accede ad un ruolo diverso, più adulto, riscopre nuove sensazioni. E normalmente questo avviene già nel secondo mese dopo il parto.

IXChel_330Molte donne raccontano di un nuovo modo di fare l‘amore, complice non solo il cambiamento nel corpo, ma anche una nuova consapevolezza di sé, forse più matura, più adulta e quindi più capace.

Come fare dunque a riappropriarsi del desiderio, dello spazio mentale (non solo fisico)?

Tutti i cambiamenti necessitano di nuovi equilibri. Come il bambino impara a scoprire il proprio corpo grazie al fatto che la mamma lo tocca, lo accarezza, e come queste immense emozioni piacevoli lo fanno sentire amato, allo stesso modo la neomamma ha bisogno di essere accarezzata e cercata per potersi sentire nuovamente desiderabile e non appunto solo “dispensatrice di nutrimento e accudimento”.

 

Una mamma che riceve un buon nutrimento sarà una mamma che darà un buon nutrimento

Fare l’amore fa bene. Libera endorfine che stimolano il buon umore, aumenta la produzione di ossitocina, l‘ormone del benessere. Fa sentire belle e desiderate. Quindi anche il fare l’amore dà nutrimento.

Lo sforzo grande per la mamma è dunque riposto nel fidarsi di poter lasciare anche per poco il proprio bambino. Nonni, zii, amici. Mettete in campo qualcuno di fidato. Si tratta davvero di qualche ora per voi.

Che sia per una cenetta romantica, o due coccole sul divano, o più avanti anche un cinema o una passeggiata. La vita di coppia deve riprendere recuperando sia alcune vecchie routine, sia trovandone altre, compatibili con la nuova situazione tutt’ altro che semplice. E ciò sarà possibile, grazie ad una fisiologica ripresa fisica e psichica, grazie al tempo che vi darete e vi concederete. ( Ci sarà una ripresa della fertilità? Quale contraccezione durante l’allattamento?)

 

Ecco che la coppia che si accinge a mettere al mondo un figlio, si concede così buone occasioni per darsi tempo, ascoltarsi, condividere paure e desideri. Perché la nascita di un figlio rimescola le carte. Il corpo cambia, le sensazioni pure, le zone erogene anche. E un partner attento, sensibile, in ascolto, ha un ruolo fondamentale che può non solo aiutare la propria compagna a riappropriarsi del piacere, ma agevolare un processo di sessualità condivisa positiva anche per lui.

Infine, non meno importante, la ripresa del lavoro che per certi aspetti in effetti complica lo spazio fisico da dedicare alla coppia, ma può diventare invece un facilitatore del processo di consapevolezza dell’essere donna e non solo madre: uscire di casa, prepararsi per incontrare altre persone, attivarsi mentalmente su altro che non sia legato a pappe, nanne, ecc. Azioni assolutamente importanti e vitali.

Quindi donne, vogliatevi bene e date spazio al gioco, al benessere e al piacere per quanto possibile! Non vi sentiate in colpa quando lo farete, perché una buona madre è anche una donna che sa trasmettere al proprio bambino il valore del corpo e delle emozioni positive che prova e che sente.

Dott. ssa Francesca Gatto, psicologa e psicoterapeuta

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